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Imposta di bollo per conti deposito


Quando si apre un conto deposito bisogna tenere bene a mente che vi sono delle spese da sostenere che comunque, a conti fatti, nella pratica risultano di entità sostanzialmente inferiore a quella degli interessi maturati con questo strumento finanziario. Tra i costi da mettere in conto quando si decide di aprire un conto deposito, vi sono quelli relativi all'imposta di bollo da pagare sul capitale depositato. Come per i conti correnti ordinari, anche per i conti deposito è cioè previsto il pagamento dell'imposta di bollo, ma con una diversa modalità, come una percentuale sul capitale depositato, pari allo 0,20% a partire dal 2014.

Più nel dettaglio, mentre per i conti correnti ordinari l'imposta di bollo si paga solo come imposta fissa pari a 34,20 euro all'anno per soggetti fisici che hanno in giacenza media un capitale di almeno 5.000 euro, per i conti deposito si paga lo 0,20% di imposta sul capitale in deposito, e questo senza nessun importo minimo e nessun tetto massimo di imposta applicabile; nel 2013, invece, l'imposta di bollo prevista era dello 0,15%, mentre fino al 2012, invece, era prevista una cifra massima da dover pagare per l'imposta di bollo, pari a 1.200 euro, e anche l'entità della percentuale da pagare su quanto depositato era più bassa, pari allo 0,10%. Si è quindi avuto un aumento dell'imposta del 100% rispetto al 2012, oltre all'eliminazione dell'importo minimo e del tetto massimo di imposta. A titolo di esempio, se si investono su un conto deposito 100.000 euro, l'imposta di bollo dovuta è di 200 euro, pari allo 0,20% del capitale, mentre se si investono 10.000 euro, l'imposta di bollo dovuta è di 20 euro, in quanto non è più previsto l'importo minimo fisso di 34,20 euro.

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Questi aumenti hanno radici nelle direttive del decreto salva Italia introdotto dall'ex premier Mario Monti. Del resto, a prescindere da questo aumento, il maggior costo da sostenere per il pagamento di imposta per un conto deposito rispetto ad un conto corrente è dovuto al fatto che il conto deposito viene considerato un vero e proprio strumento finanziario di investimento, e come tale, è soggetto ad una attenzione particolare da parte delle casse dello Stato. E' pur vero che a volte è difficile distinguere perfettamente la natura di un conto deposito da quella di un conto corrente in quanto, ad esempio, alcune banche offrono ai loro clienti la possibilità di vincolare una parte del capitale depositato in un conto corrente, operazione per la quale è richiesto al cliente il pagamento di una doppia tassazione, che dal punto di vista del cliente, invece, viene vista come un'operazione su un unico strumento finanziario. L'ABI (Associazione Bancaria Italiana) si è espressa in questo ambito, sottolineando il problema della differenza di trattamento tra i correntisti di conti correnti e i correntisti di conti deposito.

Poiché molte banche, per attrarre clienti, si impegnavano a pagare di tasca propria l'imposta di bollo per i conti deposito, e a partire dal 2013, continuando per il 2014, l'imposta di bollo è aumentata, oggi si assiste a due possibili scenari per chi aveva stipulato un contratto per un conto deposito prima del 2014. In uno scenario la banca continua tutt'oggi ad assumersi l'onere del pagamento dell'imposta di bollo, nonostante il suo aumento, a volte solo per un periodo promozionale, ad esempio di un anno, mentre in un altro scenario la banca ritorna sui suoi passi modificando unilateralmente il contratto per far pagare l'imposta di bollo al cliente; in quest'ultimo caso vige la regola del silenzio-assenso, per cui il cliente accetta implicitamente le nuove condizioni imposte dalla banca se non manifesta la sua volontà di rescindere il contratto entro 60 giorni dall'aggiornamento delle modifiche, senza incorrere in penali, secondo quanto stabilito dal TUB (Testo Unico Bancario). Per chi volesse aprire un nuovo conto deposito è quindi buona norma portare la massima attenzione verso la politica della banca riguardo il pagamento dell'imposta di bollo, privilegiando dunque, a parità di altri fattori, quegli Istituti bancari che si accollino l'onere di pagare l'imposta di bollo al posto del cliente.


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